27 Aprile 2024
PLR

Senso civico

Senso civico

Sull’onda del clamore mediatico e del successo al botteghino sono andato al cinema a vedere il film di Paola Cortellesi intitolato “C’è ancora domani”. Senza spoilerare troppo a chi non ha ancora visto la pellicola, il tema principe è l’emancipazione femminile e in particolare la lotta, la fatica e la gratificazione della possibilità per le donne di poter finalmente votare. In Italia dal 1946, in Svizzera dal 1971: è sconcertante che tale diritto sia arrivato così tardi nel nostro Paese. Ma ciò che forse mi colpisce maggiormente è la perdita di valore che assegniamo all’occasione di esprimere concretamente la nostra opinione e di influenzare il risultato di decisioni che avranno notevoli e dirette conseguenze sulla quotidianità del nostro personale futuro. La poca rilevanza e l’indifferenza verso questo strumento democratico viene dimostrata sempre di più di anno in anno con la poca affluenza alle urne, indipendentemente dall’oggetto in votazione. Sempre meno persone votano e sempre più persone si lamentano per le decisioni prese da altri a cui però hanno delegato la responsabilità. E sono sinceramente preoccupato di questa deriva. Stiamo andando sempre più verso una società deresponsabilizzata, in cui più pochi individui consapevoli e responsabili disposti a fornire il proprio contributo alla collettività sono sotto i riflettori della critica, spesso molto aspra, di sempre più individui che hanno deciso di non partecipare, di restare a guardare ma pronti a puntare il dito quando le cose non funzionano come si aspettano. Sembra quasi che nella società di oggi sia molto più facile e conveniente evitare o minimizzare la propria responsabilità personale.

Mi sono dunque interrogato sui motivi che portano a una tale disaffezione al bene, ma soprattutto al fare comune, a come si possa controvertere una inarrestabile e triste visione egoriferita ed egoista che ci ha contagiati, forse la peculiarità più pericolosa del virus Covid-19, e che stenta a guarire.

Posso però parlare solo a titolo personale, perché ognuno saprà sicuramente meglio di me rispondere intimamente a queste riflessioni. Dal canto mio ho deciso di lasciarmi contagiare questa volta da una virtuosa passione, quella della politica, sposando in pieno le parole della rivoluzionaria antropologa statunitense Margaret Mead: “Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini coscienziosi ed impegnati possa cambiare il mondo. In verità è l’unica cosa che è sempre accaduta.”. La magia di questo pensiero è che una volta che si fa il primo passo, singolarmente, come persona, è solo l’insieme che si crea con gli altri, anche pochi, che può davvero cambiare la realtà disfunzionale del “da solo cosa vuoi che possa fare”. Si tratta di partire dalle piccole cose, dal quotidiano, dai piccoli mondi che viviamo ma che sommati fanno il mondo intero. Il punto è che da soli non si va da nessuna parte e che camminare insieme è un viaggio bellissimo che porta a un futuro migliore di quello che abbiamo trovato. E se oggi non ti va, c’è ancora domani.

Dario Gabella
Candidato PLR al Consiglio Comunale

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Dario Gabella