27 Luglio 2024
PLR

Il mio pensiero liberale radicale

Il mio pensiero liberale radicale

Pubblichiamo due articoli , sul tema del pensiero liberale radicale, di Giovanna Viscardi, candidata nella lista 15 PLR alle Elezioni Federali

Da tempo le elezioni federali, in Ticino, appassionano meno delle elezioni cantonali e comunali.

Quello che però la cittadinanza sovente dimentica è che -in maniera ancor più marcata negli ultimi decenni- il fulcro della politica è Berna, e Cantoni e Comuni il più delle volte devono attuare decisioni prese a livello federale. Il nostro futuro nel bene o nel male passa da Berna, e sottovalutare l’importanza della campagna elettorale delle federali potrebbe costituire un grave errore.

Senza ombra di dubbio le due principali preoccupazioni dei cittadini sono il già previsto aumento delle pigioni e il continuo aumento dei premi della cassa malati. Ebbene, sia la politica dell’alloggio, nello specifico il diritto di locazione, sia la regolamentazione sulle casse malati, sono entrambi oggetto di leggi federali. Ne segue che le principali inquietudini della cittadinanza ticinese vanno affrontate a livello federale e non comunale o cantonale. Non solo. La crisi energetica può e deve essere affrontata anche a livello cantonale, per esempio con gli investimenti per l’innalzamento di alcune dighe, ma la politica energetica nel suo insieme è federale. Le infrastrutture per la mobilità, sia ferroviaria sia stradale, devono passare per la loro approvazione da Berna, la pianificazione del territorio (vedi la nuova legge federale approvata dal popolo nel 2013) e la salvaguardia dell’ambiente sono temi prevalentemente federali. I finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, ma anche per la formazione superiore, sono di competenza federale. E da ultimo, ma non per importanza, in un periodo in cui in Europa purtroppo si è tornati a combattere con le armi, la politica Estera e di Difesa sono temi specificamente di pertinenza federale.

Ecco perché sono convinta che il primo compito di qualsiasi candidato alle elezioni federali (a prescindere dalla lista elettorale di appartenenza) sia quello di evidenziare il ruolo di rilievo che la politica federale assume al fine di garantire la qualità di vita e la competitività del nostro Cantone.

Mi permetto di insistere su questo punto poiché ho fatto e faccio politica comunale e cantonale e posso dire che sono tra le candidate del PLRT con più “gavetta” alle spalle: all’attivo ho quasi 20 anni di politica comunale a Lugano e 16 anni di presenza in Gran Consiglio. Forte di questo bagaglio esperienziale, mi sono messa a disposizione per le elezioni federali. All’inizio il vertice cantonale del mio partito non mi aveva inserita nel novero dei candidati sulla lista; sono però stata “ripescata” quando il nostro consigliere nazionale uscente Rocco Cattaneo ha comunicato la sua decisione di non ricandidarsi. Ho accolto col cuore la proposta di candidarmi, anche se giunta poche ore prima del comitato cantonale PLRT che doveva avallare le liste. Ho accettato proprio perché l’esperienza maturata a livello comunale e cantonale, se da una parte mi ha permesso di crearmi un ragguardevole “capitale politico”, dall’altra mi ha insegnato quanto sia centrale e strategica la politica federale per rispondere ai reali bisogni dei cittadini e del Ticino.

Per questo la mia campagna elettorale verterà su temi che ritengo essenziali per lo sviluppo e il miglioramento di qualità di vita in Ticino, con compagni di viaggio liberalradicali, ma anche di altre forze, famiglie e tradizioni politiche, conscia che a Berna il Ticino deve essere rappresentato da una compagine di alto livello, per affrontare le sfide che già si presentano e si presenteranno.

Ho cominciato il mio percorso elettorale al Dazio Grande a Rodi-Fiesso, domenica 20 agosto, dove nella frescura del giardino della struttura e immersa nello splendido panorama offerto dalla Leventina, ho voluto radunare amici e amanti della cultura con lo scopo di sottolineare e ricordare l’importante lavoro svolto dalla fondazione che gestisce lo storico luogo; e lanciare una raccolta fondi per supportare l’ente presieduto dall’amica Monica Sartori-Lombardi. Ho scelto proprio il Dazio Grande per iniziare il mio cammino con un luogo simbolico della comunicazione fra il Ticino e la Svizzera Interna, testimone importante della nostra Storia, che, partita da povertà e ristrettezze, non ha impedito che in quella valle, la Leventina, si edificassero opere strategiche e avveniristiche, quali la vecchia galleria ferroviaria del San Gottardo e il nuovo traforo di base di AlpTransit, fra Pollegio ed Erstfeld.

A Berna abbiamo bisogno di parlamentari ticinesi che sappiano portare in Ticino opere ed infrastrutture come queste, se vogliamo un futuro ancora ricco di opportunità e di crescita.

“Junge Tat”. No grazie

Sabato 30 settembre a Bellinzona estremisti di matrice neonazista sono tornati in Ticino, issando striscioni contro gli immigranti sulla torre di Castelgrande. Il blitz ad opera dell’organizzazione “Junge Tat” è semplicemente ripugnante. È ignobile che nel 2023 ci siano ancora persone e organizzazioni politiche che esplicitamente idealizzano la più triste pagina di storia del ‘900, quella del terzo Reich.

Il nostro Cantone, negli anni ’40, si è diviso fra chi simpatizzava per i dittatori di allora e chi combatteva attivamente le loro pericolose ideologie. Fra chi si opponeva al fascismo e al nazismo vanno ricordati i radicali ticinesi, che con il quotidiano “Il Dovere”, si ribellarono con ogni mezzo alla perigliosa deriva che sembrava condurre il Ticino a una svolta culturale densa di insidie. I radicali, in quegli anni, unitamente ai socialisti e ad altri gruppi spontanei, difesero personaggi coraggiosi che, in Italia, in Germania e in mezza Europa, venivano perseguiti poiché dissidenti e oppositori di quei regimi.

Sono orgogliosa che quella famiglia politica, i radicali, sia parte integrante del mio indirizzo politico, poiché è anche grazie ai loro ideali e al loro impegno se -nel secolo scorso- si è riusciti a contrastare il potere illiberale di quei regimi e ad arrestare il diffondersi di ideologie fondate sull’odio razziale. Furono i radicali a mobilitarsi per ospitare e aiutare molti ebrei, dissidenti politici, oppositori (come ad esempio Bassanesi) e intellettuali, minacciati di persecuzione e di deportazione nei campi di concentramento.

Il 21 settembre, proprio in quest’ottica, ho organizzato a Biasca una conferenza sul pensiero radicale e la sua storia (relatori Giovanni Merlini e Virginio Pedroni, moderati da Giò Rezzonico), e ho aperto la serata leggendo un bellissimo testo di Enrico Diener che ricordava la passione e l’intelligenza politica di un grande radicale come Plinio Verda. Quella serata mi ha vieppiù convinta che il motivo per cui il Ticino -dal dopo guerra fino al 2011- ha sempre riconosciuto il PLR come primo partito risiede proprio nel fondamentale contributo dato dai radicali all’affermazione della democrazia e dei diritti: beni preziosi e irrinunciabili che personaggi come Plinio Verda e Franco Zorzi hanno sempre difeso strenuamente. Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre radici e riappropriarci della nostra storia. E chi testimonia sensibilità verso il prossimo e condivisione della sorte, ha ancora molto da dire e da dare al nostro Cantone.

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Autore

Giovanna Viscardi