28 Aprile 2024
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La politica senza etica è un non senso

La politica senza etica è un non senso

Lugano, 3 luglio 2023. Il Consiglio comunale, come da prassi, ha proceduto a rinnovare l’ufficio presidenziale ed ha scelto Morena Ferrari Gamba quale sua nuova Presidente per l’ultimo anno di legislatura. È pertanto lei che, fino alle elezioni comunali del 2024, sarà la prima cittadina di Lugano, chiamata non solo a condurre i lavori del Legislativo, ma anche a rappresentarne tutti gli abitanti. Un ruolo che Morena Ferrari Gamba conosce bene. Basti pensare che trent’anni fa – dal 1993 al 1994 – fu eletta prima cittadina di Breganzona. Quel Comune, allora, era ancora “periferia azzurra” della Città. Solo 10 anni dopo, con le aggregazioni del 2004, ne divenne parte. “La politica – ci dice sorridendo – l’ho respirata fin da bambina a casa dei miei genitori dove, quando si parlava di politica si parlava anche di etica, di diritti umani, di Sapere e Cultura”. La storia di Morena – che da Madras giunge in Ticino nel 1968, quando ha 7 anni – ve l’ha raccontata lei stessa nel numero di aprile di Lib- (al quale vi rimandiamo). Noi l’abbiamo avvicinata per sapere come ha fatto quella bimba, in tutti questi anni (lei ne compirà 62 a settembre), a destreggiarsi con successo su ben tre importanti fronti: la politica, certo, ma anche il lavoro – è Presidente e Senior Partner della Ledermann, Wieting & Partners SA (LWP), azienda leader in Svizzera nella consulenza aziendale nell’ambito delle Risorse Umane– e la famiglia (è sposata e ha due figli).

Ho dimenticato qualcosa?

Sorride.

“Quando mi guardo indietro mi rendo conto delle tante cose fatte con impegno e sacrificio: giovanissima, in seguito alla scomparsa di mio padre, ho dovuto occuparmi dell’azienda di famiglia che contava circa 150 persone. Non è stato semplice. Poi ho trascorso 13 anni in Fidinam lavorando con Ina Piattini, alla quale devo molto per ciò che sono diventata. Mi vien però da dire che mancano tutte quelle cose che, tra me e me, definisco ‘attività collaterali’. Vede, io non amo discutere inutilmente e quando vedo che il mio operato non è apprezzato (o richiesto) mi occupo di ambiti che sono certa sapranno darmi soddisfazioni. È stato il caso della Fondazione RUDEM che si occupa di bambini in India, il mio Paese d’origine. A questa Fondazione mi sono avvicinata in un momento in cui la politica – o forse sarebbe meglio dire alcuni esponenti di certa politica – mi aveva profondamente delusa. Una scelta che mi ha fatto del bene perché mi ha permesso di restituire, in parte, tutto il bello e il buono che io ho ricevuto. Poi, sempre tra le mie ‘attività collaterali’ ce n’è un’altra alla quale tengo molto e di cui vado molto fiera: dal 2013 infatti, sono membro del Consiglio di Fondazione dei Diritti Umani e Delegata del Film Festival dei Diritti Umani di Lugano, che quest’anno festeggia il traguardo del 10°anno di vita e attività”.

Personalmente pensavo fosse il Circolo liberale di cultura Carlo Battaglini la sua ‘attività collaterale’…

“La presidenza del Circolo mi è stata affidata nel 2016 e, come sempre, mi sono buttata a capofitto anche in quest’attività. Non so se ricorda, ma… il Circolo era “spento” dal 2012. Mi sono detta: devi ridare lustro a quest’istituzione perché un Paese ha bisogno di luoghi nei quali discutere e riflettere sui temi che caratterizzano il suo tempo. Così, con il mio Comitato ci siamo dati da fare perché il Circolo tornasse ad essere fedele allo spirito che lo vide nascere il 1. febbraio del 1964, quello spirito che era poi quello del ribelle Battaglini che vedeva, nel confronto di idee e opinioni anche diverse le une dalle altre, l’unica via per contrastare, attraverso cultura e conoscenza, derive in grado di mettere in pericolo i valori che si fondano su solidarietà e giustizia. Primo passo: ho rinnovato il Comitato. Sono ben otto le persone che lavorano con me e, in questi anni, siamo riusciti a portare voci autorevoli favorendo il confronto di opinioni (dell’ultimo appuntamento – ospiti Lucio Caracciolo e Carlo Lottieri che hanno sviluppato il tema “Lo Stato liberale sotto attacco” – abbiamo dato riscontro nel numero di febbraio di Lib-, ndr). Poi abbiamo rinnovato il sito web ed allargato la cerchia delle persone interessate al nostro programma. L’anno prossimo, a norma di statuto, bisognerà però cambiare il/la presidente. Io ho già detto che lascio il posto, ma… all’ultima assemblea, quella del 25 maggio scorso, c’è già stato chi si è offerto per cambiare gli statuti. Vedremo…”

Quante cose capitano nel 2024! Lei, dopo l’anno di presidenza del Consiglio comunale si ripresenterà come candidata?

“No. Questo sarà il mio ultimo anno come consigliera comunale. Mi sembra di poter dire serenamente che, sul fronte della politica attiva, ho dato. Quando ho co-fondato la sezione giovanile del PLR a Breganzona io avevo 25 anni. Ciò significa che sono sulla breccia da 37 anni. Non sono un’eternità, è vero, ma non sono nemmeno pochi anche perché, nel PLR, ho ricoperto varie cariche. Partendo da quel 1986, quando fui subito inserita come membro di comitato nella sezione del partito, è stato un crescendo: di entusiasmo e di impegno. Visto che me lo chiede passo in rapida rassegna questi anni. Ricordo che mi ritrovo, in un tempo in cui ai giovani non veniva dato molto spazio, ad essere in successione: membro della Direttiva Cantonale del Partito, del Comitato Cantonale e del Distretto di Lugano di GLRT, nonché responsabile della pagina dei giovani de ‘Il Dovere’, vicepresidente cantonale di GLRT con Giovanni Merlini Presidente e, dal 1992 al 2004, consigliera comunale, capogruppo e membro della Commissione della Gestione e Edilizia a Breganzona. Poi, soprattutto grazie al gruppo liberale, nel 2004 Breganzona diventa ‘quartiere di Lugano’. Dal 2000 al 2005, sono stata anche la presidente della sezione PLR di Breganzona. Non le parrà dunque strano – dopo che ho svolto anche il ruolo di vicepresidente del PLR di Lugano dal 2018 al 2021 – che abbia deciso sia giunto il momento di, diciamo così, rallentare”.

Quello che l’attende, però, è un anno impegnativo. È vero che è già stata presidente di un Legislativo, ma… sono cambiate tante cose in questi 30 anni…

“È vero: sia che quello che mi attende sarà un anno impegnativo, sia che, in questi 30 anni, sono cambiate molte cose. L’anno di presidenza nel pre-elezioni è sicuramente faticoso, ma, sebbene si siano verificati molti cambiamenti, so che io, in quelli che sono i principi fondanti della mia vita, non ho registrato cambiamenti. Il rispetto delle istituzioni, lo studio accurato dei dossier, la disponibilità verso ogni singolo cittadino in quanto tale e indipendentemente dal partito d’appartenenza, sono le regole che mi hanno sempre accompagnata nell’attività politica. Non sorrida se le dico che io soffro nel vedere che temi delicati sui quali la Città sta discutendo da anni alla ricerca della soluzione migliore, vengono ridotti, via social, a un banale – e sto esemplificando -: ti piace più il giallo o il blu? Vota qui. Me ne rammarico profondamente, perché significa che una delle regole base – non solo della politica, ma della convivenza civile, ossia il rispetto del lavoro altrui – viene, semplicemente azzerata. Penso da sempre, che la politica senza rispetto, senza etica, sia un non senso”.

Posso chiederle cosa farà quando lascerà la politica attiva?

“Oltre alle già citate “attività collaterali”, non dimentichi che ho un lavoro che m’impegna non poco. La Ledermann, Wieting & Partners SA (LWP), nella quale sono entrata nel 2003 e di cui sono socia, è una società leader nel settore delle Risorse umane, presente da oltre 40 anni in Svizzera e da 30 in Ticino. Lo scorso anno abbiamo siglato un’importante partnership con il Gruppo E-work di Milano, che conta 250 persone, ha un fatturato di circa 175 milioni ed è presente sia in Italia sia all’estero. Ciò significa che adesso LWP potrà lavorare non solo in Svizzera, ma in tutta Europa. Il mio compito è quello di allargare i servizi a livello territoriale e consolidare la nostra leadership quali Head Hunter (cacciatori di teste) di riferimento. Un bell’impegno per una che deve pensare alla pensione. Poi… poi ci sono le mie passioni: mio marito e i miei figli, certo, ma anche l’arte, i viaggi, il pianoforte e la lettura”.

Qualche progetto segretissimo?

“No. Nessun progetto. Nessun segreto. Forse un sogno, uno di quelli che ho da tempo e che, verosimilmente, non si avvererà mai. Il sogno di una casa in Grecia, in riva al mare, con la porta di casa sempre aperta per chiunque si trovi a passare di lì. Sul tavolo un buon bicchiere di vino e vivande e, intorno, persone che parlano di tante cose belle, quelle che la vita, di volta in volta, regala a ciascuno di noi. Casa nostra era così”.

Matilde Casasopra Bonaglia – ©Lib-
Copyright foto: Alfonso Zirpoli

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