25 Aprile 2024
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Risorgimento: Una rivoluzione fondata sulle idee

Risorgimento: Una rivoluzione fondata sulle idee

A confrontarsi, da punti di vista diversi, sono stati due importanti relatori, Paolo Mieli, editorialista e già direttore del Corriere della Sera e Carlo Moos, Professore emerito di Storia dell’Università di Zurigo. Ne hanno ripercorso la storia che ha segnato l’800 e il 900 sino ai giorni nostri, sottolineando i valori e le idee, partendo dal Risorgimento. Volari e ideali modificati e stemperati nel tempo. Che cosa ne rimane oggi? Secondo Mieli, i valori del Risorgimento rimangono attuali, un qualcosa che ha illuminato la storia italiana, svizzera ed europea: indipendenza e unità, libertà, modernità, Stato laico e senso dello Stato. Fu un quindicennio eroico, salvo poi lasciarci i problemi irrisolti, perché è mancato il secondo tempo del Risorgimento. L’Europa si è dovuta misurare con le ferite delle due guerre e, dopo la seconda, si è unificata spinta piuttosto da uno stato di necessità e quindi consolidata più intorno ad un progetto economico che politica. Del Risorgimento non si è riusciti a trarne un insegnamento per cementificare un assetto politico stabile per il presente. Un progetto che avrebbe potuto essere ripreso con slancio dopo il 1989 e la fine della guerra fredda. Ma così non è andata. La Svizzera rimane un “sonderfall”. Dal punto di vista svizzero l’approccio del federalismo integrale è: unità nella diversità. Anche se alla fine, l’organizzazione dello Stato unificato politicamente non è l’organizzazione auspicata dal Cattaneo, perché diviene un’unificazione che segue il modello centralizzatore, di tipo mazziniano. Ciò detto, la Svizzera rimane comunque un modello per l’Europa. Un modello che non va idealizzalo né santificarlo e proposto senza arroganza, non spostato solo sui poteri economici ma su una base culturale e sociale. A questo punto, verrebbe da dire che è necessario fermarsi, capire dove si vuole andare e come trovare un giusto ordine che garantisca stabilità per il futuro. L’Italia si è dimenticata il modello risorgimentale o non lo ha mai realizzato fino in fondo. La Svizzera si è corrotta nel tempo e dovrebbe ritrovare uno spirito federalista come quello del Cattaneo, rispettosa delle diversità e della coesione, mentre l’Europa non riesce a concretizzare una visione politica d’insieme perdendo sempre più la sua centralità nel nuovo assetto geopolitico. Gli Stati uniti sono altro mondo. Ad est non è incoraggiante.
Per questo, dovremmo tornare allo spirito dell’800, tornare a una situazione il cui progetto intellettuale prenda il sopravvento alle esigenze di aggiustamento dell’oggi per oggi così come è. Sarebbe quindi necessario fermarsi intorno ad una Costituente, A confrontarsi, da punti di vista diversi, sono stati due importanti relatori, Paolo Mieli, editorialista e già direttore del Corriere della Sera e Carlo Moos, Professore emerito di Storia dell’Università di Zurigo. Ne hanno ripercorso la storia che ha segnato l’800 e il 900 sino ai giorni nostri, sottolineando i valori e le idee, partendo dal Risorgimento. Volari e ideali modificati e stemperati nel tempo. Che cosa ne rimane oggi? Secondo Mieli, i valori del Risorgimento rimangono attuali, un qualcosa che ha illuminato la storia italiana, svizzera ed europea: indipendenza e unità, libertà, modernità, Stato laico e senso dello Stato. Fu un quindicennio eroico, salvo poi lasciarci i problemi irrisolti, perché è mancato il secondo tempo del Risorgimento. L’Europa si è dovuta misurare con le ferite delle due mettendo in campo le idee per capire se un nuovo mondo è possibile. Positivo è l’unità che l’Europa sta ritrovando, in questo momento e con una guerra alle porte, intorno ai valori impressi dalla sua fondazione e che, in fondo, sono i valori dell’umanità: la difesa della libertà e del diritto. Bisognerebbe continuare su questa strada: stuzzicare il pensiero e gli ideali, attivarli ed evolverli. Come fu appunto l’epoca del Risorgimento, i cui valori di radice repubblicana, che tanto ci appartengono, possono e devono adattarsi ma non essere dimenticati; ritrovare lo slancio e la passione di quell’epoca e di quei protagonisti mossi da un impegno civile, fatto di rigore ed onestà, per cementare l’unione e la crescita culturale, sociale ed economica del Paese. Ricordare quel periodo e quelle personalità appassionate (Battaglini, Cattaneo, Franscini, Pioda, Luvini, Mazzini, Cavour e molti altri), con una visione politica intesa come azione civile volta al progresso e alla crescita del Paese, è un’esigenza più impellente che mai. Ricordarlo e promuoverlo è un impegno che il Circolo Battaglini vuole prendere.

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Autore

Morena Ferrari Gamba