30 Aprile 2024
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Prezzo del sacco rosso: meno di così non si può

Prezzo del sacco rosso: meno di così non si può

Red Friday. Scende ancora a Lugano il prezzo dei sacchi rossi della spazzatura. L’anno prossimo quello da diciassette litri costerà 40 centesimi e quello da trentacinque 85 centesimi, con una diminuzione in ambedue i casi di cinque centesimi, mentre per i sacchi più capienti il risparmio è maggiore: quello da sessanta litri costerà 1,45 (meno dieci centesimi), 2,65 quello da centodieci (quindici centesimi in più in saccoccia) e 4,85 quello da duecento (trenta centesimi di ribasso). Le cifre compaiono sulla nuova ordinanza municipale sulla tassa sul sacco valida per il 2023. È la seconda volta la Città abbassa le tariffe (nel 2020 si andava dai 55 centesimi per il sacco da diciassette litri ai 6 franchi e 30 per quello da duecento) ed è anche l’ultima. «Siamo arrivati al minimo consentito dalla legge per quanto riguarda i sacchi – dice la municipale responsabile della Divisione spazi urbani Karin Valenzano Rossi – mentre la tassa base non cambierà ». Fine degli sconti dunque, anche se non è proprio corretto chiamarli così. Il costo dei sacchi dipende infatti da quelli sostenuti per lo smaltimento del rüt. «In base ai nuovi conteggi e al fatto che il Governo ha ridotto le tariffe dell’Azienda cantonale dei rifiuti, sono diminuite anche le nostre» osserva sempre la capodicastero. «Del resto, la tassa sul sacco ha incentivato i cittadini a riciclare ancora di più e questo ci ha permesso di effettuare una raccolta con volumi minori», facendo lavorare meno anche l’inceneritore. Lugano tra l’altro è in controtendenza rispetto a diversi altri Comuni che erano partiti con tariffe più basse e poi hanno dovuto alzarle. «Noi probabilmente in principio siamo stati prudenti, poi abbiamo potuto diminuire anche grazie a un sistema di raccolta, il nostro, che era già strutturato e ben organizzato». Un sistema nel quale da tempo è integrata anche la raccolta della plastica, che dal prossimo giugno diventerà obbligatoria per tutti i Comuni. «La recente decisione del Consiglio di Stato è un ottimo incentivo – commenta Valenzano Rossi – e per noi avrà un impatto quasi nullo, visto che negli ecocentri effettuiamo già questa raccolta. La differenza è che in futuro il ciclo si chiuderà in Ticino, mentre oggi dobbiamo inviare la plastica nella Svizzera interna affinché sia riciclata. Sarà un ciclo più virtuoso e sostenibile ». Alcuni Comuni però contestano il termine di giugno. «Li capiamo, per chi parte da zero lo sforzo sarà importante. Bisogna capire quando potremo avere un impianto per il trattamento in Ticino».

Giuliano Gasperi

Copyright (c)2022 Corriere del Ticino, Edizione 26/11/2022

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