
La farina bóna è un prodotto tradizionale della Valle Onsernone (Cantone Ticino). Si tratta di una farina di granoturco (Zea mais), ottenuta macinando molto finemente la granella precedentemente tostata. In passato integrava quotidianamente la dieta degli Onsernonesi accompagnata con latte, acqua o vino. Il cambiamento delle abitudini alimentari intervenuto nel secondo dopoguerra ne fece diminuire progressivamente l’importanza. La produzione venne poi completamente abbandonata alla fine degli anni ’60 (del novecento), dopo la cessazione dell’attività degli ultimi mugnai onsernonesi (Annunciata Terribilini e Remigio Meletta)
Testimonianze orali e scritte raccolte dal CDE (Centro di Dialettologia ed Etnografia del Cantone Ticino) hanno attestato la produzione di una farina simile alla farina bóna anche nella bassa Vallemaggia. In questa regione, collegata all’Onsernone dalle antiche vie di comunicazione e di transumanza (Passo della Garina: Aurigeno-Moghegno-Loco e il Passo Confèda: Moghegno-Lodano-Gresso) veniva chiamata “farina da cà”, “farina rostida” oppure “farina scaldada”. In Vallemaggia, la tostatura eseguita nei forni del pane era simile a quella della bassa valle Onsernone, con poca o addirittura senza granella aperta. Anche in valle Verzasca (Mergoscia e Sonogno) si tostavano per una giornata su fuoco lento i chicchi di mais e poi li si macinavano. Questa farina tostata veniva aggiunta ai cibi, specialmente alla minestra. Attualmente la farina bóna venduta dai produttori locali (Museo Onsernonese e Ilario Garbani Marcantini) risponde alla testimonianza scritta secondo la quale “un terzo dei grani metteva la cresta” (un terzo circa dei chicchi si apre durante la tostatura).
Le iniziative e le ricerche sviluppatesi in seguito al restauro del mulino di Loco, realizzato dal Museo Onsernonese nel 1991, sono riuscite a riportare alla memoria questo antico prodotto ed a farne riprendere timidamente la produzione. Dieci anni più tardi la segnalazione nell’arca del gusto di Slow Food, l’impegno di alcuni privati ed il coinvolgimento dell’istituto scolastico vallerano hanno permesso di approfondirne la conoscenza storica, creare le premesse per un incremento della produzione e far conoscere la farina bóna al di là dei confini della Valle Onsernone.
La farina bóna è diffusa nei negozietti della regione, attraverso alcune catene di supermercati in Ticino oppure è ottenibile direttamente ai mulini di Loco e Vergeletto. Il prodotto è inoltre dal 2008 un presidio Slow Food.
Testo tratto da farinabona.ch
Per chi volesse provarla ecco una ricetta
Morbidelli
Ricetta di Arianna Pessina
Ingredienti (per circa 35 morbidelli)
50 g burro
50 g maizena
100 g zucchero
1 bustina di zucchero
vanigliato
2 c. lievito
50 g farina bóna
alcuni pinoli
3 albumi d’uovo
50 g mandorle
zucchero al velo
Procedimento
Mescolare burro e zucchero, aggiungere zucchero vanigliato, farina bóna, mandorle e la maizena mescolata al lievito.
Montare a neve durissima gli albumi e aggiungere delicatamente alla massa. Pre-riscaldare il
forno a 220°C.
Su una teglia da forno versare piccole quantità di impasto (ca. una nocciola ) lasciando un po’ di distanza tra l’una e l’altra. Guarnire con qualche pinolo e cuocere in forno per circa 8 minuti. Ancora caldi spolverizzarli con zucchero avelo
Altre ricette si possono trovare all’indirizzo https://www.farinabona.ch/documents/RicettarioFB_IT.pdf